Rispetto al primo trimestre l’ammontare delle criptovalute detenute è diminuito dell’8%. In discesa anche i clienti trasmessi (-15%) mentre aumenta il numero dei VASP che hanno comunicato all’Organismo i dati della clientela


Un portafoglio in criptovalute pari a 1 miliardo e 233 milioni di euro. È quanto detiene la clientela che effettua operazioni in valute virtuali sul territorio italiano alla fine del secondo trimestre 2023. I dati emergono dal Report dell’OAM relativo alle operazioni dei clienti comunicate dai VASP iscritti al Registro speciale tenuto dall’Organismo: si tratta di 895.291 soggetti, per la quasi totalità persone fisiche, con una media di portafoglio pari a 1.377,41 in controvalore in euro.


Complessivamente l’OAM ha ricevuto i dati identificativi e relativi all’operatività in criptovalute di 1.235.103 clienti ma di questi solo il 72% (appunto 895.291 clienti) detiene criptovalute in portafoglio al 30.06.2023.


Rispetto ai dati del I trimestre, rielaborati alla luce delle rettifiche e integrazioni effettuate dagli operatori, risulta in calo sia il controvalore in euro del saldo delle valute virtuali detenuto che il numero di clienti, rispettivamente dell’8% e del 15 per cento.

Risultano in aumento invece sia i VASP iscritti al Registro (+9%) sia la percentuale che ha trasmesso i dati (+3%).



‘Operativi’ soprattutto i millennials, attivi anche i clienti con età compresa tra i 40 e i 60 anni


A investire di più in criptovalute sono gli ultra-quarantenni: sia i saldi totali delle valute legali e virtuali che il controvalore delle operazioni di conversione delle valute legali in valute virtuali e viceversa, assumono infatti percentuali rilevanti soprattutto per le persone fisiche con età maggiore di 40 anni e fino a 60 anni: questa fascia di età detiene il 52,9% del saldo totale delle valute legali e il 48,8% relativamente al controvalore in euro del saldo totale delle valute virtuali. Le percentuali scendono invece per gli ultrasessantenni.

Buon attivismo si riscontra tra i millennials: infatti quasi la metà del numero di operazioni di conversione da valuta virtuale a valuta legale e viceversa, vengono effettuate da clienti con meno di 40 anni.


I dati del II trimestre confermano infine una struttura del mercato degli Exchange concentrata: l’89,7% dei clienti opera infatti con grandi Exchange, il 10,1% su Exchange medi e 0,2% su Exchange di piccole dimensioni.

Attraverso i grandi Exchange (in tutto 8 operatori su 94, con più di 50mila clienti) transita la gran parte del controvalore in euro delle criptovalute. In particolare, i saldi delle valute legali e delle valute digitali detenuti presso Exchange di grandi dimensioni sono pari, rispettivamente, al 93% e 81 per cento del totale.


Roma, 5 ottobre 2023




Sono già oltre 80mila i dati identificativi dei soggetti convenzionati e Agenti di Prestatori di servizi di pagamento (PSP) e Istituti emittenti moneta elettronica (IMEL) inviati al relativo Registro (https://www.organismo-am.it/elenchi-registri/convenzionati) attivo dal 3 luglio scorso. Lo comunica l’OAM (Organismo Agenti e Mediatori).


L’obbligo di comunicazione, previsto dalla normativa antiriciclaggio, riguarda PSP, IMEL, le loro succursali (anche con sede legale in un altro Stato comunitario per il tramite del Punto di contatto centrale), Poste Italiane e gli Enti creditizi che svolgano quel tipo di attività attraverso soggetti convenzionati o Agenti.


I dati andranno aggiornati ogni 6 mesi salvo il caso in cui la cessazione del rapporto di convenzionamento o del mandato avvenga per motivi non commerciali, quali ad esempio la perdita dei requisiti o comportamenti non in linea con la normativa antiriciclaggio: in questa ipotesi la relativa comunicazione all’OAM deve essere effettuata entro trenta giorni dall’estinzione del rapporto stesso.


L’Organismo provvederà ad annotare l’estinzione in un’area riservata del Registro, accessibile solo agli operatori di mercato e alle Autorità di vigilanza e di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo, e a cancellare contestualmente il nominativo dall’area pubblica del Registro stesso.


Roma, 1 agosto 2023




Registrate più di tre milioni di operazioni di conversione. Primo report dell’Organismo sui flussi trimestrali dei clienti. Pronta un’analisi su operatori potenzialmente abusivi da inviare alla Guardia di Finanza


Italia al secondo posto, tra i 10 Paesi europei con il maggior prodotto interno lordo, per numero di Prestatori di servizi relativi all’utilizzo di valuta virtuale e Prestatori di servizi di portafoglio digitale (VASP). È uno degli elementi che emerge dall’analisi che accompagna il report sul primo flusso trimestrale 2023 relativo alle operazioni effettuate dalla clientela che, in base alla legge, i VASP devono inviare all’Organismo Agenti e Mediatori.


Dal report risulta che alla fine del primo trimestre del 2023 i clienti detenevano oltre un miliardo di euro in valute virtuali. Complessivamente sono stati trasmessi all’Organismo i dati identificativi e relativi all’operatività in criptovalute di 1.174.914 clienti: di questi il 59% (690.665 clienti) deteneva, all’ultimo giorno del trimestre di riferimento, criptovalute in portafoglio, per un controvalore in euro pari a 1.067.614.570, per un valore medio pari a 1.545,78 euro. Nello stesso periodo sono state effettuate 1.758.823 operazioni di conversione da valuta legale a virtuale (in media 11,74 operazioni per cliente) e 1.573.691 di operazioni di conversione da valuta virtuale a legale (in media 14,99 operazioni per cliente).


L’analisi sui primi 10 Paesi europei per Pil ha invece evidenziato che l’Italia, al 30 giugno 2023, con 114 VASP iscritti nell’apposito Registro, è seconda solo alla Polonia che detiene il primato con 768 operatori. Terza la Francia (78 operatori). Complessivamente nei 10 Paesi sono attivi 1.116 VASP.


In Italia presenti 127 punti fisici e 77 ATM


Il report fotografa, nel dettaglio, il mercato delle criptovalute in Italia. Dal lato degli operatori i 109 VASP nella forma di persone giuridiche iscritti alla Sezione speciale del Registro OAM erogano i servizi alla clientela anche attraverso punti fisici (127) e ATM (77). I punti fisici sono concentrati in Lombardia (18%), seguita dal Lazio (17%) e Toscana (13%).


Dei 74 operatori che hanno trasmesso i dati della clientela, 53 società sono classificabili come ‘piccoli’ (hanno trasmesso informazioni su un numero di clienti inferiore a 500); 15 appartengono alla categoria “Exchange medio” (le informazioni inviate riguardano un numero di clienti compreso tra 500 e 50.000) e solo 6, classificabili come grandi, hanno trasmesso dati relativi a oltre 50mila clienti.


Dal lato della clientela il 99,88% è rappresentato da persone fisiche e solo lo 0,12% da persone giuridiche concentrate al Nord e al Centro (rispettivamente 46 e 30%).


Clientela giovane ma a investire di più sono gli ultraquarantenni


Dai dati trasmessi risulta che la clientela nella fascia d’età tra i 18 e i 29 anni rappresenta la quota maggiore, pari al 40%, seguita dai clienti con età tra 30 e 39 anni (25%). Il peso percentuale si riduce man mano che sale la fascia d’età, arrivando all’1% per gli ultrasettantenni. Se però si esamina l’ammontare degli investimenti (sia i saldi totali delle valute legali e virtuali che il numero e il controvalore delle operazioni di conversione delle valute legali in valute virtuali, e viceversa) a detenere il primato è la clientela compresa tra i 40 e i 60 anni, con percentuali intorno al 50 per cento.


Individuati 19 operatori potenzialmente abusivi


Sul fronte della lotta all’abusivismo, l’OAM ha individuato 16 soggetti che sembrerebbero svolgere l’attività di VASP senza essere iscritti al Registro speciale. In particolare, sono stati analizzati 65 soggetti, verificando che il 25% del campione (16 soggetti su 65) ha un sito internet in lingua italiana e il 5% (3 soggetti su 65) un social network in lingua italiana.


Le principali informazioni sui soggetti analizzati e la presenza di eventuali elementi indiziari dello svolgimento dell’attività riservata sul territorio nazionale in assenza di iscrizione saranno oggetto di comunicazione alla Guardia di Finanza per gli accertamenti di competenza.



Roma, 21 luglio 2023




Aggiornate, anche alla luce del confronto con gli iscritti, le indicazioni relative al sistema di monitoraggio


Dovranno essere trasmessi entro il 30 settembre i dati relativi alle segnalazioni di vigilanza da parte degli intermediari del credito che riceveranno l’apposita comunicazione. Lo specifica l’OAM che, dopo una prima fase di sperimentazione, ha pubblicato un apposito manuale (https://www.organismo-am.it/documenti/Segnalazioni_Vigilanza/Istruzioni_per_la_compilazione_Versione_2_0.pdf), per guidare gli interessati alla compilazione delle segnalazioni.


I dati, accompagnati da una dichiarazione sottoscritta dal legale rappresentante della società che ne attesti la veridicità, riguardano il semestre 1 gennaio - 30 giugno e dovranno essere inviati solo dagli Agenti in attività finanziaria e Mediatori creditizi che riceveranno una specifica comunicazione a mezzo PEC. I dati relativi al semestre 1 luglio - 31 dicembre dovranno essere inviati entro il 31 marzo dell’anno successivo.


Gli aspetti salienti del sistema delle segnalazioni di vigilanza sono dettagliati da una nuova comunicazione al mercato che aggiorna le indicazioni fornite in precedenza, anche alla luce del confronto con gli iscritti.

Dal punto di vista strutturale, i dati riguardano il profilo anagrafico, quello economico/operativo, il profilo prudenziale, l’elenco delle sedi territoriali e, solo per i Mediatori creditizi, il profilo informativo e di trasparenza. Per quanto riguarda il profilo economico/operativo i soggetti coinvolti potranno scegliere se compilare quello analitico, più dettagliato, o quello di base.


Il nuovo sistema di monitoraggio ha l’obiettivo di rafforzare l’azione di vigilanza dell’OAM finalizzata a innalzare il livello qualitativo dell’attività del singolo operatore (e, di riflesso, del mercato stesso) e rappresenta un incentivo, per gli iscritti, all’implementazione dei presidi di rischio e delle procedure di controllo.


Roma, 3 luglio 2023




Va a regime il sistema contributivo con una circolare integrativa della precedente che fissava solo il contributo una tantum


Va a regime il sistema contributivo per gli operatori in valute virtuali che devono iscriversi all’apposito Registro istituito dall’OAM, l’Organismo per gli Agenti in attività finanziaria e Mediatori creditizi. Con una circolare che aggiorna quella che fissava il contributo una tantum, l’OAM ha determinato il contributo annuale da applicare in considerazione delle dimensioni operative dei Prestatori di servizi relativi all’utilizzo di valuta virtuale e di portafoglio digitale e risultanti dal numero dei clienti (record), comunicati al Registro.


Il contributo si articola in una quota fissa, differenziata in base alla personalità fisica o giuridica del prestatore iscritto e in una quota variabile, commisurata al numero di clienti (record) trasmessi nel trimestre di riferimento. I contributi (rata della quota fissa e quota variabile) dovranno quindi essere versati trimestralmente sulla base dei dati del trimestre precedente.


In caso di istanza di cancellazione dal Registro il contributo è comunque dovuto per il trimestre di iscrizione di presentazione della istanza stessa. In caso di mancato pagamento nei termini previsti l’Organismo può avviare una procedura di cancellazione dell’iscritto.


Contributo annuale quota fissa

Persone fisiche 200,00 Euro
(4 rate trimestrali da 50,00 Euro ciascuna)
Soggetti diversi dalle persone fisiche 1.500,00 Euro
(4 rate trimestrali da 375,00 Euro ciascuna)

Contributo annuale quota variabile

Persone fisiche 0,10 Euro per cliente (record)
Soggetti diversi dalle persone fisiche 0,10 Euro per cliente (record)
In caso di trasmissioni con numero di clienti da 1 fino a 500, si applica una franchigia di € 50,00 per la quota variabile del corrispondente trimestre di riferimento.

Roma, 26 giugno 2023




In attuazione della normativa antiriciclaggio


Al via il 3 luglio prossimo il Registro dei soggetti convenzionati e Agenti di Prestatori di servizi di pagamento (PSP) e Istituti emittenti moneta elettronica (IMEL) previsto dalla normativa antiriciclaggio. Lo comunica l’OAM, Organismo degli Agenti in attività finanziaria e dei Mediatori creditizi che, in una circolare, riepiloga gli obblighi e le modalità di comunicazione in capo a PSP, IMEL, alle loro succursali (anche con sede legale in un altro Stato comunitario per il tramite del punto di contatto centrale), a Poste Italiane e agli Enti creditizi che svolgano quel tipo di attività attraverso soggetti convenzionati o Agenti. In particolare, i soggetti obbligati (PSP/IMEL) dovranno comunicare, oltre ai propri dati identificativi, quelli dei soggetti convenzionati e Agenti attraverso i quali operano in Italia. Andrà inoltre comunicata la data di avvio e di cessazione del rapporto di convenzionamento o di mandato e, ove erogata tramite questi ultimi, la prestazione di servizi di rimessa di denaro.


Un obbligo rilevante riguarda i casi in cui la cessazione del rapporto di convenzionamento o del mandato avvenga per motivi non commerciali, quali ad esempio la perdita dei requisiti o comportamenti non in linea con la normativa antiriciclaggio: la relativa comunicazione all’OAM deve essere effettuata entro trenta giorni dall’estinzione del rapporto stesso.


I contributi degli operatori, destinati a coprire i costi della gestione del relativo Registro, verranno determinati successivamente, tenendo conto della natura giuridica e della complessità organizzativa di ciascun soggetto convenzionato o Agente, desumibili da elementi quali il numero di sedi operative e il numero dei preposti.


Roma, 14 giugno 2023




Necessario acquisire il titolo entro tre mesi dall’avvio del rapporto


Gli intermediari del credito sono chiamati a vigilare sul reale possesso del titolo di studio da parte di dipendenti e collaboratori: l’autocertificazione presentata da questi ultimi è valida in fase di avvio del rapporto lavorativo ma entro i successivi 3 mesi deve essere acquisito il titolo di studio conseguito.


Lo specifica l’Organismo per gli Agenti in attività finanziaria e Mediatori creditizi nella Comunicazione n. 33/23 specificando che gli intermediari del credito, ricevuta l’autodichiarazione dal collaboratore, devono “prontamente vagliare il contenuto della stessa al fine di valutare l’idoneità del suo titolo di studio” rispetto a quanto previsto dalla normativa.

“Successivamente, entro un termine ragionevole – e comunque non oltre 3 mesi dall’avvio del rapporto di collaborazione – gli intermediari sono tenuti ad acquisire anche il titolo di studio conseguito dal collaboratore”, salvo comprovate cause non imputabili agli intermediari e/o ai collaboratori, al fine di effettuare la verifica contemplata dalla legge.Si tratta di presidi, sottolinea l’Organismo, “finalizzati a contrastare prassi elusive rispetto, tra l’altro, all’esercizio dell’attività riservata, alla trasparenza nei confronti del cliente e al corretto operato dei propri collaboratori a contatto con il pubblico”.


La Comunicazione aggiunge che le modalità concretamente individuate dagli iscritti per effettuare le verifiche “dovranno essere formalizzate all’interno di un’apposita procedura interna, che disciplini altresì la conservazione della documentazione probatoria acquisita, al fine di consentire all’Organismo di effettuare la propria attività di controllo”.


Roma, 12 giugno 2023




È quanto emerge da un’indagine effettuata dall’Organismo. Bitcoin la moneta maggiormente acquistata. E per il futuro solo la Francia pensa che le valute virtuali non possano sostituire la moneta legale


L’acquisto di criptovalute è più diffuso in Spagna rispetto a Italia e Francia ma i francesi destinano cifre maggiori, fino a 100mila euro, agli investimenti in valute virtuali. È uno degli elementi che emerge dall’indagine effettuata dall’OAM su un campione di cittadini di Spagna e Francia i cui risultati sono stati messi a confronto con quelli emersi dall’analisi relativa agli italiani pubblicata a fine 2022.


La scelta è caduta su Spagna e Francia non solo perché il numero di residenti in queste due nazioni è comparabile con il numero dei residenti in Italia ma anche perché i due paesi si collocano agli estremi opposti quanto a utilizzo delle criptovalute: il livello più alto, rispetto alle altre nazioni europee, la Spagna, il più basso la Francia.


L’indagine, avviata a dicembre 2022 e conclusa a gennaio 2023, ha coinvolto un campione di 1.450 soggetti, 850 francesi e 600 spagnoli. L’analisi è stata poi circoscritta ai soggetti che hanno sentito parlare di criptovalute: il 91% del campione italiano, l’80% del campione Francia, il 93% del campione Spagna.


Per quanto riguarda gli investimenti passati in criptovalute in Spagna circa il 40% del campione spagnolo che ha sentito parlare di valute virtuali ha dichiarato di aver acquistato monete digitali in passato. Il campione spagnolo è seguito da quello italiano e francese, per i quali sono stati riscontrate percentuali di investimenti passati rispettivamente pari al 30% e 27 per cento.


Gli spagnoli puntano a rendimenti elevati, francesi e italiani diversificano il portafoglio


Diverse anche le motivazioni che hanno portato all’acquisto di criptovalute: la diversificazione del portafoglio di investimenti per italiani e francesi, gli alti rendimenti che ne possono derivare per gli spagnoli. In particolare, il 69% di questi ultimi dichiara di avere investito in criptovalute al massimo 10.000 euro mentre per il campione francese il 15% ha investito tra i 25.000 e i 40.000 euro, il 4% oltre 100.000 euro. Per la maggior parte del campione italiano (59%) l’ammontare investito in criptovalute è compreso tra 0 e 10.000 euro.


La criptovaluta più acquistata è il Bitcoin: il 64% del campione francese e spagnolo dichiara di averlo nel proprio portafoglio, il 59% il campione italiano. Il 36% degli spagnoli intervistati diversifica maggiormente le tipologie di criptovalute acquistate, a differenza dei campioni italiano e francese che preferiscono, dopo il bitcoin, l’acquisto della moneta Ethereum (rispettivamente 23% e 22%).


Il campione francese è quello che più degli altri acquista criptovalute in maniera autonoma (45% a fronte del 42% del campione italiano). All’opposto lo spagnolo che per il 63% si avvale di un exchange. Per tutti i campioni analizzati, le criptovalute, una volta acquistate, vengono custodite negli exchange per circa la metà dei rispondenti.


Alfabetizzazione finanziaria leggermente più alta per gli italiani


Dall’indagine emerge una alfabetizzazione finanziaria leggermente maggiore degli abitanti del nostro Paese pari a 4, a fronte del 3,9 per la Spagna e 3,8 per la Francia.


Quanto ai soggetti che non hanno investito, italiani e spagnoli sono stati scoraggiati dalla mancanza di conoscenze necessarie per l’acquisto (rispettivamente 44% e 41%) mentre per il campione francese è la troppa rischiosità dell’asset a scoraggiare l’investimento (42%).


Abbastanza equa la ripartizione per sesso, con una prevalenza della componente femminile.


La misurazione del livello di conoscenza delle criptovalute premia il campione spagnolo dove il 45% presenta un grado di conoscenza medio-alto. Di contro, il più basso livello di conoscenza si registra per il campione francese (38%) mentre gli italiani, con il 42%, si collocano tra i due estremi.


Francesi e spagnoli più consapevoli della volatilità delle cripto


Quanto ai rischi connessi agli investimenti in valute virtuali, il campione spagnolo sembra essere quello più consapevole di un possibile crollo del valore che una criptovaluta potrebbe registrare nell’arco di 24 ore: 72% dei rispondenti, seguito dal campione francese con il 70 per cento. All’opposto si colloca il campione italiano il cui 31% non ha idea del loro grado di volatilità.


Un eventuale attacco hacker al proprio wallet costituisce invece un timore per la metà di italiani e spagnoli mentre solo il 22% dei francesi si dichiara molto preoccupato.


Infine, uno sguardo al futuro delle criptovalute: per il 64% del campione francese non è affatto possibile che il loro utilizzo superi quello delle monete a corso legale mentre il campione spagnolo e quello italiano dichiarano di riporre abbastanza fiducia sulla possibilità che le criptovalute potranno essere utilizzate maggiormente rispetto alle tradizionali monete.



Roma, 6 giugno 2023




La categoria, i cui numeri sono cresciuti anche lo scorso anno, mostra un elevato grado di rispetto della normativa. Il Consiglio dei Partecipanti dell’Organismo approva il Bilancio che chiude con un leggero attivo di 121.016 euro, dopo il risultato negativo del 2021.


Una categoria sostanzialmente adesiva al quadro normativo di riferimento, che segna anche per il 2022 numeri in crescita, arrivando a oltre 27.586 soggetti di cui 19.701 collaboratori. È il quadro degli intermediari del credito iscritti agli Elenchi dell’OAM, Organismo Agenti e Mediatori, descritto nella Relazione annuale esaminata dal Consiglio dei Partecipanti che ha approvato il Bilancio 2022, in leggero attivo (+121.016 euro), dopo il risultato negativo (-112.621) del 2021.


In particolare, dalla Relazione, a firma del Presidente Francesco Alfonso, su quasi 13mila controlli effettuati, solo il 4,5% ha avuto come seguito l’avvio di procedure sanzionatorie o di cancellazione da parte dell’Ufficio competente. I provvedimenti sanzionatori decisi dal Comitato di Gestione sono stati in tutto 93. Di seguito i principali elementi contenuti nella Relazione.


Crescono gli iscritti agli Elenchi, in aumento i collaboratori


Complessivamente la crescita è del 3% per gli iscritti e del 4% dei collaboratori, in aumento di 705 unità. Per quanto riguarda i soggetti iscritti ai Registri tenuti dall’Organismo, gli Operatori Compro Oro alla fine del 2022 erano 3.834 (53% persone giuridiche e 47% persone fisiche), con un aumento di 75 unità rispetto all’anno precedente (+2%). Ancora in riduzione i Cambiavalute, con 8 soggetti in meno, mentre i Prestatori di servizi in Valuta Virtuale, il cui Registro è stato avviato a maggio dello scorso anno, risultavano 85.


Decisi 93 provvedimenti sanzionatori (84 sanzioni pecuniarie), 22 i richiami scritti

Al di là dei numeri sugli iscritti, dalla Relazione emerge come, anche grazie all’azione di orientamento e moral suasion dell’Organismo, Agenti e Mediatori rispettino sostanzialmente le regole. Non solo il numero delle istruttorie avviate è percentualmente basso, ma anche i provvedimenti sanzionatori decisi dal Comitato di Gestione sono in tutto 93 di cui 84 relativi a sanzioni pecuniarie e 9 sospensioni sanzionatorie. Anche nel 2022 la sanzione pecuniaria è stato lo strumento più adottato dall’Organismo per reprimere i comportamenti degli iscritti contrari alle norme. La fattispecie più diffusa è il mancato adempimento all’obbligo di aggiornamento professionale, seguita dal mancato riscontro alle richieste dell’Organismo, dalla mancata o tardiva comunicazione dei dati e dall’elusione della disciplina del mono-mandato.



Roma, 27 aprile 2023




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